Nel 1989 lo scrittore Kazuo
Ishiguro, giapponese, ma inglese d’adozione, scrisse “The Remains of the Day”, un
buon romanzo sulla sacralità maniacale con cui a volte può essere vissuta la dedizione
al proprio lavoro. Creando la figura del maggiordomo Stevens, Ishiguro è
riuscito a rappresentare alcuni valori forti della cultura del lavoro
giapponese, come l’autodisciplina, il senso del sacrificio, la ricerca della
perfezione, in un’ambientazione tipicamente inglese. L’effetto è di grande
efficacia.
Nel 1993, due strepitosi attori
come Anthony Hopkins ed Emma Thompson hanno reso ancora più celebre questa
storia nel film che James Ivory ne ha tratto.
Non è infrequente amare il
proprio lavoro, averne cura, sentire forte il senso della responsabilità
professionale e tuttavia riconoscere che le proprie passioni autentiche, i
propri valori più profondi, si collocano al di fuori di esso.
Nella storia che Ishiguro ci ha
raccontato, il maggiordomo Stevens è talmente votato alla propria missione da
soffocare ogni sentimento od emozione che possa distoglierlo dal proprio ruolo.
E’ quindi un uomo che guarda al passato, pieno di rimpianti e di occasioni
mancate.
Una sera, sul molo di Weymouth,
riceve da uno sconosciuto il buon consiglio di guardare avanti, senza curarsi
degli anni trascorsi:
“Bisogna essere felici. La sera è
la parte più bella della giornata. Hai concluso una giornata di lavoro e adesso
puoi sederti ed essere felice. Ecco come la vedo io. Domandate a chiunque e
vedrete che vi diranno tutti la stessa cosa. La sera è la parte più bella della
giornata.”
Stevens ne è sinceramente colpito
e si propone di “assumere un punto di vista più positivo e cercare di trarre il
meglio da quel che rimane della mia giornata. Dopotutto che cosa mai c’è da
guadagnare nel guardarsi continuamente alle spalle e a prendercela con noi
stessi se le nostre vite non sono state proprio quelle che avremmo desiderato?”
Riuscirà Stevens a mantenere
quell’impegnativo proposito? Il finale del romanzo ce ne fa dubitare. La sua
mente analitica, razionale, il carattere completamente privo di ironia, l’insuperabile
istinto ad “essere maggiordomo”, invece di “fare il maggiordomo”, difficilmente
gli consentiranno qualche libertà maggiore di quel viaggio nella campagna
inglese attraverso cui lo seguiamo nella storia.
“Quel che resta del giorno” parla
di questo, o anche di questo.
Anche questo blog prova a parlare del
tempo che ci rimane, se ce ne rimane, dopo il lavoro, i figli, la famiglia.Oggi si parte. Non è chiara la meta, ma sono pronto a godermi il viaggio.
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