Il cinema ci ha regalato numerose coppie
indimenticabili: Stanlio e Ollio, Starsky e Hutch, Bud Spencer e Terence
Hill, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Paolo e Vittorio Taviani, etc.
Molto meno la letteratura: scrivere è già una lotta sufficientemente
impegnativa con se stessi e difficilmente si ha voglia di portare il
combattimento anche al di fuori delle propria mura.
Una bella eccezione è rappresentata dal torinese Carlo Fruttero
(1926-2012) e dal romano Franco Lucentini (1920-2002), che prima di
scrivere numerosi romanzi di successo cementarono il loro sodalizio
prima alla casa editrice Einaudi, poi dirigendo la collana di
fantascienza Urania di Mondadori e infine come corrosivi editorialisti
del quotidiano La Stampa.
"La donna della domenica" è un celebre giallo che si svolge a Torino
nei primi anni settanta, con i personaggi che si muovono tra via
Mazzini, via Fratelli Calandra, via San Massimo, via Cernaia, piazza
Solferino, il Balùn, la collina.
"Il martedì di giugno in cui fu assassinato, l'architetto Garrone
guardò l'ora molte volte". Così l'incipit di questo giallo classico, che
si apre con un delitto (Garrone viene ucciso con un fallo di pietra),
ci introduce un buon numero di indiziati e colloca al centro della scena
un commissario che, scavando e scavando, ci regala una galleria di
varia umanità: dall'equivoco architetto Garrone, alla gatta morta Anna
Carla, moglie annoiata dell'industriale Vittorio Dosio (una che sembra
anticipare di qualche decennio la Giulia Sofia di Maurizio Crozza e che
si pone il problema se parlando in italiano la pronuncia di Boston possa
avere tutt'e due gli o ben rotondi, oppure occorra mettere insieme il
suono Baaast'n) dall'ambiguo Massimo Campi alla sanguigna signora
Tabusso, dall'americanista Bonetto al gallerista Vollero, all'impiegato
comunale Lello Riviera, che per sua sfortuna si mette ad indagare in
proprio.
Per bilanciare il sapore dolciastro di tanta umanità torinese,
Fruttero&Lucentini schierano in campo un commissario siciliano, che
di cognome fa Santamaria, con un vice siciliano pure lui, che si chiama
De Palma.
Il delitto avviene di martedì, e la domenica mattina al commissario
viene l'idea della soluzione. Di mezzo non ci sono nè RIS nè NCIS, ma
una bella e scorrevole commedia all'italiana, con Santamaria e Anna
Carla in primo piano e una pungente e ironica descrizione di tanti tipi
umani che ci sono familiari da sempre.
Non a caso il grande Luigi Comencini ne ricavò un film molto
gradevole (niente a che vedere con l'inguardabile fiction di un paio
d'anni fa) con Marcello Mastroianni nella parte di Santamaria (diventato
romano nell'adattamento cinematografico) Jacqueline Bisset nella parte
di Anna Carla e Jean Louis Trintignant nella parte di Massimo Campi.
Fruttero&Lucentini, La donna della domenica
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