retti ad ospitare il giovane
ufficiale tedesco Werner von Ebrennac. In quanto nemico, decidono di non
rivolgergli mai la parola, nonostante egli sia un uomo gentile, colto e
sensibile, e si comportano come se non esistesse. I tre personaggi avrebbero
tutto per piacersi: lo stesso amore per la musica, la stessa delicatezza
d'animo e, nel caso dei due giovani, un reciproco magnetismo, un'attrazione
tanto forte quanto disperatamente soffocata.
Su tutto s'impone il risentimento per la libertà violata,
la dignitosa e intransigente ribellione a ogni forma di oppressione, la volontà
di non concedere nulla al nemico, quand'anche si presentasse con i tratti
amichevoli e garbati del giovane von Ebrennac.
"Io non posso offendere un uomo senza soffrire, si
tratti pure anche del mio nemico" dice lo zio.
Empatia, stima, ammirazione, passione amorosa,
filtrano attraverso la glaciale indifferenza dei due francesi e i lunghi
appassionati monologhi del tedesco. Alla fine del racconto non sapremo nulla
dei due patrioti, nemmeno i loro nomi, mentre sapremo moltissimo
dell'ufficiale: musicista e compositore, figlio di un socialista europeista (e
dalle origini francesi, come rivela il cognome), cresciuto con il culto per la
musica tedesca e per la letteratura francese, studi a Monaco, Norimberga,
Stoccarda e Salisburgo, viaggi a Londra, Vienna, Roma e Varsavia. Tutto ciò non
è sufficiente a vincere l’irremovibile rifiuto per l’occupazione che la sua
presenza nella casa rappresenta.
Il vero protagonista del racconto è il silenzio, nel
quale apparentemente non succede nulla e dove si dicono invece molte cose. E il
silenzio, semplice e tuttavia carico di significati, ci accompagna anche nella scena finale, facendoci capire che si
tratta di silenzio che continuerà a parlare.
Pare che quando il libro uscì in Germania, l’autore ricevette
molte lettere di protesta in merito al carattere dell'ufficiale, che i lettori
tedeschi giudicavano inverosimilmente troppo delicato.
Il racconto fu scritto nel 1942 dal disegnatore satirico
Jean Bruller, che si nascose sotto lo pseudonimo di Vercors. De Gaulle lo fece
tradurre su un volantino, per paracadutarlo in Inghilterra, come per
sottolineare il patriottismo di cui erano capaci i suoi connazionali. In
seguito fu diffuso in tutto il mondo. In Italia fu tradotto da Natalia Ginzburg.
Vercors, Il silenzio del mare
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