domenica 13 ottobre 2013

MEDEA

Storie come quella di Malala Yousafzai conducono a continue conferme della necessità di stabilire un dialogo autentico tra culture, religioni e civiltà diverse. E, più in generale, tra "laici" e credenti di qualsiasi religione.
Ricordo un film che fu profetico a questo riguardo. Si tratta di Medea di Pier Paolo Pasolini, interpretato da Maria Callas.
Trasponendo sul grande schermo la tragedia di Euripide, che culmina con Medea che uccide i propri figli per vendetta contro il tradimento di Giasone, Pasolini ne fornì anche un'interprtazione in chiave moderna e oggi più che mai attuale.
Eravamo nei primi anni settanta del secolo scorso, gli occhi di tutti erano puntati sul contrasto tra USA e URSS, i blocchi contrapposti, le ideologie politiche, comunismo e capitalismo. E invece Pasolini ci raccontò come il più grande pericolo per la sopravvivenza del nostro pianeta poteva arrivare dallo scontro tra cultura laica e cultura religiosa, soprattutto se ognuno dei due mondi si fosse sempre più radicalizzato nelle proprie convinzioni.
Il film si apre con l'educazione del piccolo Giasone da parte del centauro Chirone, il quale gli parla del Dio che è in tutte le cose, che è fatto per proteggere e per essere amato. Nella seconda scena Chirone ha sembianze meno animali e più umane e inizia a seminare il dubbio nella mente di Giasone, nel frattempo diventato adolescente, dicendogli che è vero che Dio è in tutte le cose, ma non è sempre buono, che il male esiste, che con il proprio comportamento si può scegliere tra male e bene, tra ricompense e castighi. Terza scena: Chirone non è più un centauro, si è totalmente umanizzato e rivolgendosi a Giasone ormai giovane adulto gli dice che non c'è nessun Dio, che il mondo è fatto per essere conquistato, dominato, che ognuno è artefice del proprio destino. Giasone parte alla conquista del vello d'oro.
Poi la storia si sposta nel villaggio dove vive la maga Medea e dove è radicato un senso del sacro profondo e primitivo, tanto che il villaggio ci viene presentato durante l'esecuzione di un sacrificio umano.
Seguendo la trama della tragedia di Euripide, Giasone e Medea si sposano e si stabiliscono a Corinto.
Per gli antichi, Corinto era un po' la capitale del peccato, dove giravano soldi, vino, prostitute, mercanti e affaristi di tutti i tipi, anche per via della sua posizione di collegamento tra l'Attica e il Peloponneso (anche San Paolo, per dire, gli dedica due lettere dove picchia piuttosto duro). Qui si consuma il tradimento di Giasone e la terribile vendetta di Medea.
L'uccisione dei figli da parte di Medea rappresenta per Pasolini la catastrofe a cui l'umanità andrà incontro se non ricompone la frattura tra la parte di mondo secolarizzato e la parte che conserva un atavico senso del sacro.
L'esperienza di questi ultimi decenni dimostra che a complicare le cose ci si mette anche la politica, il potere, gli interessi che spesso lavorano per allargare e non certo per ricomporre quella frattura.
Ecco perchè persone come Malala Yousafzai sono due volte eroiche e perchè a mio parere Malala sarebbe stato uno splendido premio Nobel per la pace.

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