Dal risvolto di
copertina, De Agostini 1985
Dino Buzzati racconta Dino
Buzzati. In centinaia di lettere finora inedite , “conversando” con l’amico più
caro, Arturo Brambilla. E’ il 1919, ha soltanto tredici anni, quando comincia
questo epistolario, ne sta per compiere quarantacinque quando la lunga
corrispondenza dello scrittore s’interrompe. E nell’arco di circa trent’anni
scorre, pagina dopo pagina, il racconto quotidiano della sua vita. Senza pudori
e reticenze, con l’assoluta sincerità di chi crede in un’esistenza senza alibi.
Pagine private che hanno diritto di diventare pubbliche perché Dino Buzzati non
aveva segreti, perché tendeva sempre a mostrarsi quale realmente era e non
temeva di contraddirsi, anzi aveva l’umiltà di rimettersi continuamente in
discussione, come ogni autentico artista.
In questo vasto racconto
epistolare, ora sorridente di gioia o polemicamente pungente ma più spesso
carico dei tormenti dell’esistenza, Dino Buzzati è l’appassionato cronista
degli anni certamente fondamentali per la sua maturazione come uomo e come
scrittore. E fin dall’adolescenza – è una delle molte scoperte che offrono le Lettere a Brambilla – l’autore di Il deserto dei Tartari rivela già quello
che diventerà.
Mentre da un lato è un ragazzo
come tanti altri, un po’ discontinuo negli studi, che si scatena in corse a “scavezzacollo”
in bicicletta e fa il tifo per Girardengo, dall’altro lo appassionano “giochi”
inconsueti per la maggioranza dei suoi coetanei. Scopre il fascino dell’antico
Egitto ed ecco che compone un “poema” sul dio Anubis; gli nasce la passione per
la montagna, quell’amore per le ascensioni sulle “crode selvagge” delle
Dolomiti che non l’abbandonerà mai più, ed ecco che crea fantasiose
composizione su valli e vette popolate di gnomi e di elfi. Eppoi comincia a
disegnare. Splendidamente. Nasce allora il Dino Buzzati pittore e le lettere
che indirizza all’amico straripano delle sue opere. Disegni che vengono
puntualmente riprodotti in questo volume offrendo così dell’epistolario un’edizione
completa.
Dagli anni dell’adolescenza a
quelli delle prime prove come cronista al Corriere
della sera, alla stagione in cui lo scrittore è inviato di guerra in Africa
o a bordo delle navi da combattimento della Marina Militare e fio all’inizio
degli anni Cinquanta, le lettere di Dino Buzzati percorrono un appassionato
itinerario narrativo. Pagine che non soltanto offrono momenti di rara efficacia
descrittiva, di profonda verità umana ma che raccontano anche la nascita delle
opere più significative dello scrittore. Le Lettere
a Brambilla sono il documento di una vita e la migliore introduzione alla
lettura dei romanzi e dei racconti di Dino Buzzati.
I capitoli:
-
“Ho fatto
la fricassea della bicicletta”
-
“Castiglioni
era l’unico professore che mi pigliava un po’ in considerazione”
-
“La verità
è che se si è felici non lo si sa di esserlo”
-
“C’è una
bella bambina che mi piace in un modo straordinario”
-
“Là dove c’è
gloria e amore sempre a me piacerebbe stare”
-
“Le pupe
saranno una bella cosa ma tolgono voglia di lavorare”
-
“Io sono
entrato ieri al Corriere come cronista”
-
“Sono
stabilito definitivamente nella categoria dei fessi”
-
“Ho la
convinzione di poter fare un capolavoro”
-
“Io sarei
spesso tentato dalla religione cattolica”
-
“Non penso
che a lei, senza un attimo di tregua”
-
“Ho l’impressione
che qualcosa sia veramente finito”
Lettura interessante, che ti ringrazio di avermi fatto conoscere, dato che sono una grande appassionata di Buzzati e una strenua sostenitrice della necessità di conoscerlo meglio e di parlarne di più. Me lo procurerò sicuramente!
RispondiEliminaSì, forse un tempo Buzzati era più apprezzato. Io gli sono rimasto affezionato dalla quarta ginnasio, quando ci diedero da leggere il deserto dei tartari. Ho voluto parlare di questa pubblicazione per affetto e nostalgia, sperando che qualche appassionato raccogliesse lo spunto, e devo dire che pensavo proprio a qualche civetta...
RispondiEliminaChe dire? Missione compiuta, per ora. Il libro credo sia fuori catalogo (è del 1985) ma se non lo trovi in biblioteca o contattando la casa editrice, la mia copia è a tua disposizione! Sarei contento se ti potesse essere utile.
Ho già appurato che ne esistono diverse copie nel sistema bibliotecario cui sono iscritta, ma ti ringrazio comunque per la disponibilità!
RispondiEliminaOttimo!
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