Per essere felici bisogna avere
anche fortuna. Ma molte persone non sono
fatte per la felicità e sembrano nate per vivere in un perenne stato di
malessere. Per loro non è la fortuna che conta, non sarebbero nemmeno capaci di
approfittarne, non la vedrebbero passare o si girerebbero dall’altra parte. A
rendere più accettabile e più dolce la vita di queste persone sono sufficienti
“piccoli colpi di fortuna”, quelle lievi increspature del destino che pur non
potendo risarcirle dei colpi subiti, possono però deviare la loro traiettoria
di perdenti e offrire un po’ di consolazione, di pace, di lenta risposta a
molti “perché”.
Non si può dire nulla della trama
di questo bellissimo romanzo senza incorrere negli spoiler. Claudia Piñeiro ha
scritto una storia in cui sensibilità e mistero si fondono perfettamente e
sarebbe un peccato rovinare la suspence che la scrittrice usa per accompagnare
il lettore nel viaggio alla scoperta dei sentimenti e delle emozioni molto
intime, molto femminili, della protagonista.
Posso solo darvi degli indizi e
assicurarvi che prenderete in simpatia “la donna danneggiata”, la seguirete
nella sua “inversione di rotta”, apprezzerete “la gentilezza degli estranei”,
volerete tra Boston e Buenos Aires e guarderete con molta apprensione i treni. Farete
anche attenzione a tanti dettagli, alla musica di Astor Piazzolla, specialmente
al brano dal titolo evocativo: “Fuga y misterio”, e ad un pipistrello
intrappolato sul balcone, dietro il rivestimento di una parete.
Inoltre, ogni libro parla di
altri libri. Questo è pieno di citazioni, di rimandi, di probabili fonti di
ispirazione per l’autrice e di altrettanti inviti alla lettura: Le bambine restano (Alice Munro), Un tram chiamato Desiderio , Una donna spezzata , Frammenti di un discorso amoroso, Wakefield (N. Hawthorne).
Pur non avendo ancora letto nulla
della Munro, giunto a pagina 162 di questo romanzo ero pronto a scommettere che
l’idea, lo spunto iniziale fosse stato dato alla Piñeiro dal racconto del
premio Nobel 2013, cui è anche dedicata l’epigrafe iniziale: “Questo dolore
acuto. Diventerà cronico. Cronico vuol dire che perdurerà anche se forse non
sarà costante. Può anche voler dire che non ne morirai. Non te ne libererai ma
non ti ucciderà. Non lo avvertirai in ogni istante però non passerà molto tempo
prima che torni a farti visita. E imparerai alcuni trucchi per mitigarlo o
tenerlo a bada, cercando di non distruggere ciò che tanto dolore ti è costato”.
“E sorrido rendendomi conto che
nonostante sia morto continua ad accompagnarmi, a fare le cose per me, non
dall’aldilà in cui per altro non credo, ma cose che ha lasciato già fatte qui,
in questo mondo, prima di andarsene, e riesco a vederle soltanto adesso”. (Claudia Piñeiro, Piccoli colpi di fortuna)
Eh,no! questo non me lo dovevi fare 😊 ho pile di libri in attesa ma questo sembra scritto apposta per me!
RispondiEliminaGrazie dell'idea, in lista desideri insieme ad Alice Munro di cui mi hanno parlato divinamente bene
Ciaooo
Ciao Patrizia! Anche io ho letto questo libro seguendo un consiglio e non me ne sono affatto pentito. ..
RispondiEliminaEccomi!!! Ciao Pier ;) e ciao Patricia!!!
RispondiEliminaSembra infatti un libro interessante.
Bella recensione.