Dal Breviario Laico del card. Ravasi
(Il Sole 24 Ore - Domenica 26 gennaio 2014)
Plutôt la tete bien faite que bien
pleine!
Ancora una volta
con Montaigne e i suoi Saggi (I,25) bisogna semplicemente reagire con un
touché! Soprattutto ai nostri giorni segnati da una bulimia "informatica" e da un’anoressia formativa: teste colme di dati e
prive di pensiero.
Continuava il
filosofo: "In verità la preoccupazione e l’investimento dei nostri padri
mira solo ad arredare (meubler) la testa di conoscenze. Di capacità di giudizio
e di virtù, manco a parlarne!".
Cervelli
ammobiliati di dati, pronti a trasformarsi in panieri in cui si affastellano
verità e menzogna, stupidaggine e saggezza, tesi e contro tesi: è un po’ questa
la sorte di tanti giovani e adulti incollati per ore al computer. E invece ci
sarebbe bisogno prima di tutto di "travailler à bien penser", come
dirà un ideale collega di Montaigne, Pascal, nei suoi Pensieri (n.347), cioè
impegnarsi non tanto ad essere benpensanti, ma a pensare bene, con rigore e
sostanza, perché è questo "il principio della morale”
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