
Ci sono invece scrittori un po’
vanesi, megalomani, allergici al lavoro e alla fatica, dei tipi un po’ ridicoli
che si paragonano a Dio, che declamano sulla spiaggia i versi di Omero, che ben
prima di Amazon hanno iniziato a stampare e vendere in proprio le loro opere,
che fingono di aver compulsato libri mai letti o aperti a stento, che sono
così: simpaticamente e oziosamente irriverenti, geniali, forse pessimi
scrittori, pessimi poeti, cattivi maestri, eppure grandi nel perseguire il
proprio sogno senza curarsi dei risolini tristi delle persone che hanno
rinunciato ai propri, di sogni.
Walt Whitman era uno di questi
cattivi maestri, pessimo poeta, inguaribile scansafatiche, “persino” pederasta.
Oggi la sua bella barba ottocentesca è stampata in eleganti volumi rilegati, le
sue poesie sono incluse nelle antologie scolastiche, la sua opera ha ispirato
film di successo. E in quanto all’omosessualità, bé oggi fa decisamente
“curriculum”.
“Ma certo”, gracchiano i censori
dei sogni altrui, “Whitman è Whitman, non vogliamo mica sostenere che tutti
hanno i requisiti!” No, infatti non tutti hanno i requisiti. A tutti è data la
capacità di sognare, ma non tutti hanno le doti o la fortuna per realizzare il
loro sogno. Ma Whitman e lì a ricordare ai giovani una cosa molto semplice: provateci.
Provateci fin che siete in tempo, e credeteci. Da cattivo maestro può
permettersi di sfidare per una volta i vostri genitori, gli amici saggi, gli insegnanti,
i nonni e le zie per dirvi: non rinunciate troppo presto a combattere, seguite
le vostre passioni, altrimenti inacidirete come quella vecchia di De Andrè:
…”così una vecchia mai stata moglie, senza mai figli, senza più voglie, si
prese la briga e di certo il gusto di dare a tutte il consiglio giusto…”
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