mercoledì 28 agosto 2024

Pasolini, lettera a Franco Farolfi (compagno di scuola e amico di adolescenza)

 Casarsa, agosto 1940

Caro Franco,

del mio lungo silenzio non mi scuso con la mia pigrizia, dato che la pigrizia è scusabile come scusa soltanto fra i parenti anziani; ho aspettato di risponderti, prima per la partenza per Casarsa, poi per lo sposalizio di mia cugina Annie, poi per scrivere a Paria e all’Emilietta a cui avevo delle cose più urgenti da dire.

Sono vuoto e abulico. Gli avvenimenti passano come sempre insulsi, qualche volta commoventi. Lo sposalizio è una bella cosa, ma non ha fatto che confermarmi nelle mie idee contrarie allo sposalizio stesso. Casarsa mi ha deluso, ma del resto ogni cosa mentre è mi delude e quando è passata la rimpiango: ora tutto quello che la campagna mi può dare lo posso avere: pace, ragazze, raccoglimento, prati, ozio, bevute, ed in realtà tutto questo è in mio possesso, ma è sporadico, annacquato da un profluvio di ore vuote e aride. E quanto rimpiangerò quest’inverno le presente giornate, come sempre mi accade! Speriamo venga Paria, quando si è con un amico anche i minuti più soliti e vuoti si possono utilizzare.

Ad ogni modo una cosa bella da essere confusa con un sogno l’ho avuta: il viaggio da S. Vito a qui, in bicicletta (130 km): esso appartiene a quel genere di avvenimenti che non possono essere raccontati senza l’aiuto della voce e dell’espressione. L’alba, le Dolomiti, il freddo, gli uomini coi visi gialli, le case e i sagrati estranei, l’accento estraneo, le cime e le valli nebbiose irraggiate dall’aurora.

Sto leggendo un libro che mi appassiona: l’Iperione di Hölderlin; tocca dei problemi e un divenire di sentimenti e situazioni spirituali che sono per me una bruciante realtà; molte volte mi sembra di sentir parlare me stesso.

In quanto a ragazze non avrei che scegliere; passi per la strada, vedi due morette, le guardi e loro ti dicono: "Ciao bel putel!" Ce ne sono di veramente graziose; ma la mia abulicità e il mio scetticismo vincono qualunque altro sentimento, e sono in aspettativa chissà di che cosa, forse di Paria.

Vado, com’è di prammatica, a giocare a pallone, ma neanche questo mi diverte più come una volta.

Sembrerebbe da quanto ti scrivo che io sia triste e appartato e pessimista, mentre non son mai stato così gaio e così pieno di appetito: forse dipende dal fatto che sto diventando sempre meno intelligente (nel senso comune della parola) e più gazzosa, almeno così mi sembra.

Ti abbraccio

P.P.

Saluti alla tua famiglia

Tratto da: Pier Paolo Pasolini. Vita attraverso le lettere, a cura di Nico Naldini. Einaudi 1994


giovedì 15 agosto 2024

Paul Auster, L'invenzione della solitudine



Ritratto di un uomo invisibile.

"Era assente già prima di morire, e le persone più vicine a lui avevano imparato da un pezzo ad accettarne l'assenza, considerandola il tratto più essenziale del suo essere"
"Se da vivo continuavo ad esaminarlo cercando in lui il padre che non c'era, sento ancora il bisogno di cercarlo da morto. La sua morte non ha cambiato nulla. L'unica differenza è che mi manca il tempo"
"La morte sottrae all'uomo i suo corpo." "...presupponendo che l'uomo continui ad esistere, ma solo come idea, come insieme d'immagini e memorie nella mente di altri uomini. Quanto al corpo, non è che carne ed ossa, un ammasso di pura materia"
"Dietro le quinte della mia memoria: un desiderio di compiere un'impresa eccezionale, di impressionarlo con un gesto dalle dimensioni eroiche"



Il libro della memoria.

"Quando muore il padre, scrive, il figlio diviene padre e figlio di se stesso"
Pascal ("Tutta l'infelicità dell'uomo deriva da una ragione soltanto: non sa star tranquillo nella sua stanza"). La camera da letto di Van Gogh ad Arles, l'apparente tranquillità e l'urlo che sale. Hölderlin per 36 anni nella sua zimmer, dopo la morte d Suzette. La stanza di Emily Dickinson, che non puoi trovare nella casa museo di Amherst, perché già tutta nelle sue poesie. Vermeer, la Donna in Blu (la rappresentazione potente di tutto ciò che non si vede, di ciò che è fuori dalla stanza).
Cicerone, Giordano Bruno, tecniche di memorizzazione degli antichi, attraverso luoghi, immagini. Oggetti che evocano ricordi ed emozioni(Proust). "La memoria: lo spazio in cui le cose accadono per la seconda volta"
"La memoria, quindi, non tanto come passato che racchiudiamo in noi, ma come prova del nostro vivere nel presente. Se un uomo vuol essere davvero presente fra le cose che lo circondano, non deve pensare a se stesso, ma a quello che vede. Deve dimenticare se stesso per essere lì; e da questo oblio nasce il potere della memoria. E' un modo di vivere la propria vita affinché nulla vada mai perduto"
Coincidenze. La natura del caso. Significato o assenza di significato. Vita reale e vita immaginaria. Freud. Collodi ed il suo doppio. Geppetto libera Pinocchio dalla materia. Michelangelo libera Mosè.
Leibniz, tutta la materia è collegata, la lingua è relazione, giocare con le parole, tradurre e rimare (creare e ricreare). "Una parola diventa un'altra parola, una cosa ne diventa un'altra"
"Nello spazio della memoria ogni cosa è al contempo se stessa e qualcos'altro"
"Ciascun libro è un'immagine di solitudine, un oggetto concreto che si può prendere, riporre, aprire e chiudere, e le sue parole rappresentano molti mesi, se non anni, della solitudine di un individuo, sicché a ogni parola che leggiamo in un libro potremmo dire che siamo di fronte a una particella di quella solitudine"
Giona nel ventre della balena, Pinocchio trova Geppetto nel pescecane. Dove si pensa d incontrare la fine, lì c'è la salvezza. Enea e Anchise (e Ascanio).
Padri e figli. Rembrandt e i ritratti del figlio Titus. E il ritratto di Sir Walter Raleigh con il figlio Wat (1602). Anatole Mallarmé. Anna Frank. I bambini della Cambogia. La mostruosità del mondo.
"A. guarda suo figlio e capisce che non deve permettersi di disperare". "Il pensiero del dolore di un bimbo, dunque, è mostruoso ai suoi occhi. Ancora più mostruoso della mostruosità del mondo stesso, perché carpisce al mondo la sua sola consolazione"
"Si dice che gli uomini impazzirebbero se la notte non sognassero; analogamente, se a un bimbo si nega l'acceso all'immaginario, non prenderà mai contatto con la realtà. Il bisogno di storie per un bambino non è meno vitale del bisogno di cibo, e si manifesta con lo stesso meccanismo della fame"
Shehrzad, il racconto che si fa vita.
"Tutte le migliaia di ore che A. ha trascorso con lui nei primi tre anni della sua vita, tutti i milioni di parole che gli ha detto, le lacrime che gli ha asciugato...tutto questo svanirà dal ricordo del bambino, per sempre"
"Ciò che il vecchio gli indica è che i nostri figli sono sempre invisibili. E' la più semplice delle verità: una vita appartiene soltanto alla persona che la vive; la vita stessa esigerà di vivere; vivere è lasciar vivere".