domenica 15 giugno 2014

A ogni generazione il suo Mondiale

L’Italia di Prandelli ha felicemente iniziato il suo Mondiale battendo l’Inghilterra.
Voglio però ricordare i Mondiali a cui sono affettivamente rimasto più legato. Ogni generazione ha il suo Mondiale prediletto, legato a una grande vittoria, un ricordo personale, una vacanza, un amore o semplicemente ai propri vent’anni.

 
I miei mondiali rimarranno per sempre quelli di Spagna 1982. L’italia di Bearzot in cima al mondo, il presidente Pertini, l’urlo di Tardelli, la tripletta di Paolo Rossi, la sicurezza di San Dino, l’esordio di zio Bergomi, la malinconica eleganza di Scirea (prematuramente scomparso in un incidente in Polonia), la grinta di Gentile, l’estro di Bruno Conti, le incursioni di Cabrini, le invenzioni di Antognoni, la fatica di Oriali, (una vita da mediano). Intanto stendevamo l’Argentina di Maradona, il Brasile di Falcao, Cerezo, Zico e Socrates, la Germania di Rummenigge.
Capolavoro assoluto!

 
L'urlo di Tardelli in Spagna 1982

L'esultanza del Presidente Pertini di fronte ad un compassato Juan Carlos


 
Bearzot e Pertini
Il Presidente Pertini gioca a carte con la squadra durante il viaggio di ritorno in aereo

Campioni del Mondo! Campioni del Mondo! Campioni del Mondo! Così si chiude la telecronaca di Nando Martellini, Spagna 1982
 

Quell’Italia, l’Italia di Bearzot, nacque in realtà in Argentina, 1978, dove brillammo per gioco e inventiva. Finimmo eliminati da due tiri dalla lunga distanza e il perfido Forattini disegnò una vignetta in prima pagina in cui invitava il nostro portierone nazionale a mettersi gli occhiali. Quattro anni dopo, con un gioco meno spumeggiante, più cinico e cattivo, tornammo da vincitori.



 
Qualche ricordo d’infanzia anche per Messico ’70: la staffetta Mazzola-Rivera, la mitica Italia Germania 4-3, la disfatta con il Brasile di Pelè.

 
Dopo Spagna ‘82, soltanto due fotogrammi. Il primo riguarda USA ’94., finale contro il Brasile. Franco Baresi, grande capitano, grande cuore rossonero, uno degli ultimi giocatori bandiera, dopo una finale giocata da gigante (ed era appena rientrato da un’operazione al menisco) sbaglia il suo rigore e si accascia in un pianto dirotto: immagine impossibile da dimenticare.

 

Germania 2006: Zidane incorna come un ariete il nostro Materazzi e si fa buttare fuori, spianandoci la strada verso la vittoria. Mi torna in mente la canzone “Bartali” di Paolo Conte, quella con i francesi che si incazzano… goduria impagabile!
 

 In conclusione, un grande in bocca al lupo agli azzurri, qualcuno ha fatto notare come raramente ci sia stato un esordio così felice ad un Mondiale (le partenze italiane sono sempre state in salita, perché a noi piace complicarci la vita). Che sia di buon auspicio, dunque e un augurio alle nuove generazioni: che possano ricordare questo Brasile 2014 come il Mondiale della loro vita…




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