martedì 17 settembre 2013

Sarah Bakewell - MONTAIGNE, L'arte di vivere

La filosofia è un campo del sapere che attrae pochi appassionati. Non gode di buona fama presso il grande pubblico. Sospettata di essere troppo astrusa, sganciata dalla realtà e dai problemi di tutti i giorni. Noiosa. Difficile. Con tutto quello che abbiamo da fare poi...
E' un vero peccato. Non c'è niente che abbia a che fare così tanto con la nostra vita, i nostri sogni, i nostri problemi, le nostre paure, le nostre speranze, le nostre fatiche, quanto la filosofia. Il problema è che leggere un testo di questo argomento richiede tempo, concentrazione, e una sufficiente dose di curiosità e capacità di essere costanti, di seguire un percorso.
Fortunatamente, ogni tanto escono libri che ci aiutano "ad arrampicarci sulla pelliccia del coniglio" per cercare di vedere cosa c'è più in là, come "Il mondo di Sofia", il best seller anni '90 da cui è tratta questa metafora e che ha avvicinato tanti lettori a questo mondo affascinante.
Un libro di questo tipo è anche "Montaigne, l'arte di vivere" di Sarah Bakewall, uscito due anni fa nella collana "Campo dei Fiori" di Fazi Editori, dedicata alla spiritualità e alla filosofia.
Il libro è la fortunata combinazione della bravura della scrittrice inglese, molto abile a farci fare letteralmente amicizia con il filosofo francese, e della "raccontabilità" di Montaigne, che viene presentato, udite udite, un po' come un precursore di Facebook.
E' stato notato che i social network permettono di conciliare due caratteristiche piuttosto diverse tra loro: possiamo infatti essere "straordinariamente introspettivi" e allo stesso tempo "estroversi impenitenti". Possiamo annotare su un diario ogni più intima emozione e un secondo dopo condividerlo con l'umanità intera.
"Questa idea - scrive la Bakewell - scrivere di se stessi per offrire agli altri uno specchio in cui riconoscere la propria umanità, non esiste da sempre. L'ha dovuta inventare qualcuno": Michael Eyquem de Montaigne. Nei suoi Essais, centosette scritti di argomenti diversissimi tra loro, partiva dalle proprie esperienze personali per cercare di rispondere alla domanda: "come vivere?" (in questo, già distinguendosi dagli altri filosofi che si pongono invece il problema: "come dovremmo vivere?").
Spiega ancora la Bakewell: "Anche se non si tirava indietro di fronte alle questioni morali, Montaigne era più interessato a ciò che la gente faceva rispetto a quello che avrebbe dovuto fare. Voleva sapere come vivere una buona vita: corretta e onorevole, sì, ma anche pienamente umana, appagante e prospera."
Il giornalista Bernard Levin, in un articolo sul Montaigne apparso sul Times nel 1991 ha scritto: " sfido qualunque lettore di Montaigne a non mettere giù il libro a un certo punto per domandarsi incredulo: come fa a sapere tutte queste cose di me?"
Conclude la Bakewell nella sua bella introduzione: "I Saggi, dunque, sono più di un semplice libro; sono una conversazione attraverso i secoli tra Montaigne e tutte le persone che si sono imbattute in lui: una conversazione in continua evoluzione, che si rinnova ogni volta che un nuovo lettore si domanda incredulo: come fa a sapere tutte queste cose di me?"


Sarah Bakewell - MONTAIGNE, L'arte di vivere, Fazi Editore, 2011, 443 pagg.

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